Cyberbrain: quando il cervello parla con il computer

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Con il Neuromed iniziano a Caserta le prime applicazioni pratiche di una tecnologia destinata a cambiare la neurologia, e anche la vita di molte persone

imageStabilire un collegamento tra cervello e computer. Si potrebbe anche scomodare Filippo Tommaso Marinetti, il padre del Futurismo, quando parlava di un “uomo moltiplicato” grazie al rapporto con le macchine.

Sicuro, Blade runner e i robot di Isaac Asimov sono ancora lontani, ammesso che un futuro del genere sia negli obiettivi concreti dell’umanità. Ma di certo oggi stabilire una interfaccia tra il nostro sistema nervoso e un computer è una realtà che si sta avvicinando a grandi passi. E che, più che creare improbabili superuomini, potrà significare lottare con maggiore energia contro le patologie nervose, intervenire su di esse in modi fino ad oggi impensabili, fino a ridare a persone paralizzate la capacità di una vita autonoma.

E’ su questa nuova frontiera che l’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed ospita un progetto estremamente ambizioso, il Cyberbrain, promosso dalla Fondazione Neuromed in collaborazione con la Fondazione Neurone, l’Albany Medical College Hospital, lo IEMEST – Istituto Euro-Mediterraneo di Scienza e Tecnologia, la General Electric, la BTS Engineering, la A-Circle e altre realtà scientifiche e industriali.

Con la realizzazione a Caserta di un Polo d’innovazione dedicato alla Neurocibernetica, il progetto punta a studiare dispositivi impiantabili e neuroprotesi che saranno in grado di acquisire informazioni dall’attività elettrica del cervello e trasmetterle al computer in modalità wireless, senza fili. Questi dispositivi, monitorando costantemente l’attività cerebrale di pazienti che soffrono di patologie neurodegenerative, permetteranno una sempre più accurata diagnosi e l’elaborazione di nuovi e più sofisticati protocolli di interazione cervello-computer. Dal punto di vista clinico tali dispositivi potrebbero servire al monitoraggio dell’epilessia farmaco-resistente, del morbo di Parkinson ed altri disturbi del movimento, della depressione maggiore farmacoresistente ed altri disturbi psichiatrici come il disturbo ossessivo-compulsivo o il dolore cronico. Ma c’è anche un altro obiettivo estremamente affascinante: controllare con il solo pensiero le protesi di persone che hanno subito amputazioni, o che sono paralizzate. Neuroprotesica, robotica riabilitativa, human computer interface, chirurgia robotica, telediagnosi e telecontrollo, non saranno insomma più sostantivi futuristici, ma una reale opportunità per la medicina di domani.image

“Cyber Brain – dice l’ingegner Fabio Sebastiano dell’I.R.C.C.S. NEUROMED, responsabile scientifico del Progetto – intende realizzare una piattaforma biotecnologica da dedicare alla Neuro Cibernetica. Il Polo di innovazione in via di realizzazione a Caserta sarà quindi specializzato nello sviluppo di dispositivi impiantabili e di neuroprotesi che possano acquisire e trasmettere segnali neurali al fine dello studio di varie patologie neurodegenerative. Tali attività saranno strettamente connesse allo studio di protesi cerebrali. Inoltre, lo studio cronico della funzione cerebrale potrà fornire dati di eccezionale valore per l’analisi matematica della funzione cerebrale, l’elaborazione di nuovi protocolli di interazione cervello-computer (Brain-Computer Interface, BCI), e la creazione di dispositivi di intelligenza artificiale che ricalchino il modello di funzionamento dei network neuronali. Un ulteriore sviluppo della tecnologia, prevederà non solo di registrare l’attività cerebrale ma anche di influenzarla tramite stimolazione, permettendo la cura di disturbi funzionali tramite modalità del tutto nuove. In definitiva, un polo di innovazione che consentirà finalmente di varcare le frontiere della medicina, con l’integrazione tra cervello e cibernetica.”

Il Polo Cyberbrain di Caserta rappresenterà quindi una pietra miliare per il progresso della ricerca, senza contare che darà occupazione a un gran numero di ricercatori, scongiurando il pericolo della loro fuga verso altre regioni o addirittura verso l’estero.

“Sarà occasione – dice Mario Pietracupa, Presidente della Fondazione Neuromed – di sviluppo industriale e scientifico per tutta la zona. Naturalmente starà alle Istituzioni venire incontro a queste nuove esigenze. La ricerca deve essere condotta in modo concreto, premiando chi dimostra di percorrere la strada dell’innovazione”.