Verso una rete italiana per la ricerca nel campo della diagnostica per immagini

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L’acquisizione di immagini (“imaging”), sia per la diagnostica che per la ricerca, è uno dei campi in più rapido sviluppo nell’ambito delle Neuroscienze. Le nuove tecniche di indagine rappresentano, infatti, un’arma molto potente nelle mani di ricercatori e clinici impegnati nella lotta contro le patologie neurologiche.

E’ proprio per coordinare gli sforzi ed aggregarsi su progetti comuni che gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) italiani impegnati nelle neuroscienze e specializzati nell’imaging avanzato si sono dati appuntamento nel Neuromed di Pozzilli e nel Polo Neurobiotech di Caserta. L’incontro è stato specificamente dedicato al neuroimaging con strumentazioni diagnostiche ad alto campo, con una particolare attenzione rivolta alla creazione di una rete capace di aggregare le risorse tecnologiche e umane presenti nei vari Centri.

“L’idea – ha detto la professoressa Claudia Gandini Wheeler-Kingshott, dell’Istituto Neurologico Casimiro Mondino di Pavia – è quella di mettere insieme le forze che l’Italia possiede sia nel campo clinico che in quello della ricerca avanzata, arrivando a capire meglio le patologie e trovare dei biomarcatori più sensibili, tutte innovazioni che devono naturalmente giungere il prima possibile ai pazienti”.

“Naturalmente – ha continuato Gandini, che coordina con la dott.ssa Belfiore dell’Istituto Neuromed gli incontri di questa rete – ogni singolo IRCCS può giungere a traguardi importanti, ma se ci si mette insieme, con una mole di dati molto più elevata, i risultati potranno essere più rapidi. Ci sono tante idee e innovazioni che ciascun istituto sviluppa e che può condividere con gli altri, facilitando una dinamica di scambio di informazioni che porta ad un’ accelerazione dei risultati. L’obiettivo finale è sempre quello di facilitare la ricerca in modo che raggiunga rapidamente la clinica. La ricerca degli IRCCS non è qualcosa di fine a sè stessa, ma ha un obiettivo ben preciso: arrivare a risultati concreti.”

Proprio sul ruolo primario degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico si è espresso il dottor Giovanni Leonardi, Direttore Generale della Ricerca e Innovazione in Sanità del Ministero della Salute: “Gli IRCCS sono centri di eccellenza in cui si coniuga ricerca e assistenza e come tali devono rispondere ai cittadini. Il cittadino deve trovare in queste strutture le migliori risposte disponibili al momento. Di conseguenza, essere collegati a un circuito di ricerca, con scambi sia a livello nazionale che internazionale, è un elemento di garanzia per una assistenza di qualità. Questo è lo scopo con cui sono nati gli IRCCS, e questo è anche il motivo per il quale il Ministero continua a investire con convinzione in questi istituti”.

“L’obiettivo – ha detto il professor Luigi Frati, Direttore Scientifico dell’I.R.C.C.S. Neuromed – è fare squadra. Significa standardizzare le procedure, ottimizzare l’utilizzazione delle varie strumentazioni e, naturalmente, portare avanti ricerca di avanguardia. Il nostro Paese magari non ha grandi risorse, ma anche con risorse limitate una squadra italiana può fare tanto, Per fare un paragone calcistico con gli Europei in corso, può anche battere il grande Belgio”.

E la squadra si è messa al lavoro con impegno in questi due giorni: disegnare la base su cui verranno creati i progetti collaborativi, stabilire le procedure attraverso le quali le conoscenze verranno messe in comune, individuare i campi di ricerca in cui avviare concretamente i primi progetti. L’imaging avanzato in campo neurologico è una disciplina complessa e in rapida evoluzione, e la sfida di una rete italiana capace di giocare da protagonista nel panorama scientifico internazionale è raccolta.