Conclusioni
Che il modo di mangiare delle persone sia profondamente cambiato negli ultimi anni anche in Italia è sotto gli occhi di tutti. I motivi sono alla portata del buonsenso di ciascuno di noi. Ritmi frenetici, poco tempo da dedicare alla spesa e alla cucina, e tentazione irresistibile di mettere mano al surgelatore.
Oltre a questo, sebbene il carrello della spesa venga riempito meno, lo scontrino non si alleggerisce; appena qualche anno fa acquistare frutta e verdura era addirittura conveniente e mangiare pesce fresco poteva essere una sana e piacevole consuetudine. La gente queste cose le sa, perché le vive ogni giorno.
La scienza ha trovato il modo di quantificarle ma soprattutto di metterle in relazione alla nostra salute. Come? Stimando gli effetti delle modifiche comportamentali sui principali fattori di rischio comuni alle patologie croniche più diffuse.
È da più di mezzo secolo che la scienza ha indicato nel modo di vivere mediterraneo la principale strada perseguibile per assicurarsi un reale vantaggio per la salute. Ma se la dieta mediterranea precipita, è molto probabile che lo faccia anche il nostro benessere psico-fisico. Il compito della ricerca, oggi, è forse proprio questo. Non tanto di dimostrare che la dieta mediterranea è davvero una roccaforte sicura per coloro che la praticano, quanto capire (e far capire) il più possibile che la sua scomparsa è un reale pericolo per tutti noi e per il sogno di buona società per il quale abbiamo a lungo combattuto.