Dieta Mediterranea: le prime risposte dallo Studio Moli-sani

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Se è vero che la dieta mediterranea è il tesoro dei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, è altrettanto vero che la sua efficacia contro le malattie l’hanno “scoperta” gli americani. Ancel Keys prima e i suoi collaboratori poi sono stati i primi a spostare i riflettori su questo modello salvavita, rendendolo popolare e studiatissimo ad ogni latitudine del globo.

Le ricerche più importanti sono a firma di ricercatori anglosassoni, ma anche Grecia, Spagna e Italia hanno detto la loro. Non son pochi infatti i gruppi di ricerca italiani che negli ultimi decenni hanno prodotto lavori scientifici di rilievo internazionale contribuendo in maniera determinante allo sviluppo dell’epidemiologia nutrizionale. Ma per il Paese che rappresenta l’incubatrice delle idee e delle teorie che a partire dagli anni ’50 hanno rivoluzionato il modo di guardare al rapporto tra alimentazione e malattie non è mai troppo.

Alcune delle risposte più importanti stanno arrivando dal progetto Moli-sani, uno degli studi epidemiologici più grandi mai realizzati al mondo (Ref. bibl. 1; Figura 1). Con i suoi 25mila cittadini arruolati, il progetto è nato circa dieci anni fa con l’obiettivo di indagare il delicato equilibrio tra genetica e ambiente in relazione all’insorgenza delle principali malattie croniche degenerative, i due maggiori killer del mondo occidentale.


Figura 1. Il logo è stato ideato ed elaborato da William Di Paolo e depositato dall’Associazione Cuore Sano ONLUS di Campobasso presso il Ministero delle Attività Produttive.

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Figura 2. Numero di piastrine e leucociti in base al livello di adesione alla dieta mediterranea. Le persone che aderiscono maggiormente a questo modello alimentare hanno un numero più basso sia di piastrine che di globuli bianchi, indici entrambi di una minore infiammazione cronica. Lo studio Moli-sani è stato il primo ad indagare questo tipo di relazione (Elaborazione grafica di dati riportati nella referenza 2)

piastrine


Dopo una fase di reclutamento che ha richiesto 5 anni di lavoro (2005-2010), ora lo studio Moli-sani si appresta a fornire informazioni importanti per tutta una serie di problematiche. A cominciare dall’alimentazione. Finora, dai dati dello studio, sappiamo che mangiare mediterraneo porta a tenere sotto controllo tutta una serie di fattori di rischio, dal colesterolo ai trigliceridi. Sappiamo inoltre che questo modello alimentare contribuisce a mantenere bassi i livelli di infiammazione (Ref. bibl. 2; Figura 2) e che gli effetti positivi sono stati registrati anche in popolazioni già ad alto rischio, come i diabetici.

 

Abbiamo anche appreso che sono sempre meno le persone che seguono questo stile alimentare, i cui seguaci ormai sono principalmente nelle fila degli over 65 (Ref. bibl. 3; Figura 3), ma anche che è il contenuto di antiossidanti dei cibi a garantire una protezione efficace contro i fattori di rischio cardiovascolare (Ref. bibl. 4; Tabella 1). Per la prima volta, è lo studio Moli-sani ad aver stimato il possibile coinvolgimento della crisi economica nel declino repentino della dieta mediterranea, analizzando una vasta serie di informazioni che pochi studi al mondo possiedono. Sappiamo ad esempio che la crisi sta colpendo in misura maggiore i centri urbani, rispetto ai piccoli centri o alle zone rurali, e che molto probabilmente questo è dovuto al fatto che


Figura 3. Adesione alla dieta mediterranea negli uomini e nelle donne dell’Alto Molise in base all’età (elaborazione grafica di dati riportati nella referenza 3). I dati indicano che il modello mediterraneo è seguito maggiormente da uomini e donne con più di 60 anni, mentre è meno popolare nelle fasce più giovani della popolazione.

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chi vive in campagna ha più opportunità di garantirsi prodotti chiave della dieta mediterranea, come frutta e verdura fresca, olio d’oliva e vino (Ref. bibl. 5; Figura 4).

Lo studio ha inoltre confermato dati (perlopiù americani) che mostrano una forte associazione tra fasce di reddito e prevalenza di obesità, a sostegno del fatto che risorse limitate spingono le persone a ridurre la qualità della propria dieta con inevitabili ripercussioni sul girovita (Ref. bibl. 6; Figura 5).

È Moli-sani ad aver anche analizzato il contributo di alimenti “moderni”, come il cioccolato fondente, nella prevenzione cardiovascolare, gettando le basi per un ripensamento della piramide alimentare in chiave più contemporanea.

Nei prossimi anni, il progetto fornirà risposte ancora più importanti nel campo della prevenzione attraverso corretti stili di vita. Ma è giusto riconoscere che Moli-sani ha un’arma segreta che ha permesso tutto questo: la gente del Molise che con entusiasmo e interesse ha accettato di prendere parte a questa straordinaria avventura scientifica e culturale.


 

Tabella 1. Alimenti a diverso contenuto antiossidante secondo le tavole di composizione degli alimenti elaborate dall’INRAN (Elaborazione grafica di dati riportati nella referenza 4 )

Contenuto antiossidante
Alto Basso
Verdura a foglia larga, cotta Cavoli
Verdura a foglia larga, cruda Funghi, crudi
Pomodori, crudi Cipolle, crude
Pomodori, cotti Legumi, crudi
Radici e tuberi, crudi Altra frutta
Agrumi Olive
Frutta secca o con guscio Pasta e riso
Pesce Pollo e tacchino
Olio d’oliva Oli vegetali
Succhi di frutta o verdura Latte scremato
Yogurt scremato

Figura 4. Adesione alla dieta mediterranea nelle aree urbane e nei piccoli centri prima (2005-2006) e dopo (2007-2010) l’inizio della crisi economica (elaborazione grafica di dati riportati nella referenza 5). Per quanto diminuita sensibilmente sia in città che nei piccoli centri, la dieta mediterranea ha perso terreno soprattutto tra i residenti dei centri urbani. Questo dato suggerisce che chi vive in campagna o in piccoli paesi ha meno difficoltà a reperire gli alimenti base della piramide alimentare mediterranea, come frutta, verdura oppure olio di oliva.

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Figura 5. Prevalenza di obesità in base alle fasce di reddito (Elaborazione grafica di dati riportati nella referenza 6)

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Referenze bibliografiche

  1. Iacoviello L. et al, The MOLI-SANI Project, a randomized, prospective cohort study in the Molise region in Italy; design, rationale and objectives, Italian J Public Health, 2007; 4: 110-118.
  1. Bonaccio M. et al, Adherence to the Mediterranean diet is associated with lower platelet and leukocyte counts: results from the Moli-sani study, Blood, 2014; 123: 3037-3044.
  1. di Giuseppe R. et al, Adherence to Mediterranean diet and anthropometric and metabolic parameters in an observational study in the ‘Alto Molise’ region: the MOLI-SAL project, Nutr Metab Cardiovasc Dis, 2008; 18: 415-421.
  1. Pounis G. et al, Consumption of healthy foods at different content of antioxidant vitamins and phytochemicals and metabolic risk factors for cardiovascular disease in men and women of the Moli-sani study, Eur J Clin Nutr, 2013; 67: 207-213.
  1. Bonaccio M. et al, Decline of the Mediterranean diet at a time of economic crisis. Results from the Moli-sani study, Nutr Metab Cardiovasc Dis, 2014; 24: 853-860.
  1. Bonaccio M. et al, Low income is associated with poor adherence to a Mediterranean diet and a higher prevalence of obesity: cross-sectional results from the Moli-sani study, BMJ Open, 2012 Nov 19;