Una o più di una Dieta Mediterranea Oggi?
Che senso ha parlare di Dieta mediterranea nel XXI secolo?
La domanda è più che legittima, visto che il panorama sociale attuale sembra aver abbandonato questo modello alimentare in favore di stili di vita tutt’altro che salutari. Il fatto è che la celebre piramide alimentare ha la sua età ed è inutile rimetterla in piedi ogni volta che s’accascia. Bisogna optare per interventi più radicali, rendendola più flessibile e più adatta alla fisionomia di una società profondamente diversa da quella monolitica dei primi anni del Novecento, quando la mamma stava in casa, la fame era uno spettro che tormentava il sonno e gli stomaci erano meno esigenti. Come fare?
Innanzitutto prendendo atto che tra i vari Paesi ci sono profonde differenze non solo culturali, ma anche di risorse alimentari. Voler esportare un unico modello alimentare ad ogni latitudine del globo è una cosa impensabile. È evidente che nei Paesi del nord Europa, come ad esempio in Scandinavia, frutta e verdura non si trovano con la stessa facilità e agli stessi prezzi con cui sono presenti nelle aeree del Mediterraneo. Il tentativo dovrebbe invece indirizzarsi su come rendere accettabile per la salute quello che si ha a disposizione, senza farli sistematicamente sentire in colpa per non avere distese di frutteti o non saper cucinare la pasta al dente.
Ma anche nei Paesi dell’area mediterranea esistono delle diversità di cui tenere conto. In Grecia ad esempio si consumano con più frequenza alcuni cibi che invece in Italia sono certamente più rari. Ecco quindi che per restituire un ruolo centrale alla Dieta mediterranea è necessario mettere in piedi modelli di comportamento applicabili nella vita reale e accantonare i prototipi ideali che rischiano di allontanare ulteriormente le persone da ciò che dovrebbe esser fatto.
Tuttavia, la scienza va avanti e grazie alla conoscenza veniamo a sapere che cibi non contemplati nel modello tradizionale della dieta mediterranea si sono rivelati sorprendentemente protettivi contro le malattie cardiovascolari, ad esempio. Il bistrattato cioccolato fondente, che nella piramide occupa un piccolo spazio riservato ai dolci, ha invece un effetto benefico sui parametri di infiammazione e per questo dovrebbe essere riabilitato – sempre a dosi moderate – proprio alla luce degli ultimi studi condotti sull’argomento (Ref. bibl. 1).
Insomma, la convivenza tra passato e presente è la nuova parola d’ordine che tutti dovrebbero far propria per scongiurare il pericolo di una deriva altrimenti inevitabile. Un altro sforzo necessario al processo di riabilitazione del modello alimentare mediterraneo va fatto nel far capire alla gente che seguire la dieta mediterranea non è come espiare un peccato. La parola “dieta” non deve essere intesa come sinonimo di sacrificio. Quello mediterraneo è uno stile di vita, non un decalogo di comportamenti.
Referenza bibliografica
- Di Giuseppe R. et al, Regular consumption of dark chocolate is associated with low serum concentrations of C-reactive protein in a healthy Italian population, J Nutr. 2008; 138: 1939-1945.